Anche Adolfo Tirelli, ex luogotenente dei finanzieri, esponente degli Amici di Pianosa, l’associazione che cura il museo isolano sulla storia locale con immagini, documenti, materiali e libri, è rimasto piacevolmente sorpreso dalla possibilità di fare la circumnavigazione dell’isola.
Cosa mai avvenuta essendo vietata la navigazione sino a un miglio dalla costa. Uno strappo alla regola è stato possibile nella giornata dell’inaugurazione della sede pianosina del parco, posta nel territorio in mezzo al mare, grande circa 10 kmq, che fu colonia penale e penitenziario dal 1863 al 1998. Un programma articolato ha permesso di godere delle bellezze naturalistiche e storiche di questo ambiente da recuperare, che fa parte del Comune di Campo nell’Elba, ad oltre 250 persone; un luogo in stato di quasi totale abbandono dopo lo smantellamento del carcere. Ma da qualche tempo cresce l’attenzione e la vita nell’antico borgo, grazie al turismo contingentato e anche per i progetti della Coop sociale San Giacomo, che avvia il reintegro nella società di detenuti del carcere di Porto Azzurro, cooperativa sostenuta dal Comune locale, l’amministrazione penitenziaria e il ministero di giustizia. Non solo, la coop gestisce manutenzioni, un albergo e un ristornante. L’escursione intorno all’isola via mare è stata di particolare efficacia, consentendo la visione da ogni punto cardinale, un percorso in senso antiorario a partire dal bel paese, purtroppo cascante e da ristrutturare prima che sia troppo tardi, collocato nella parte sud est della “bistecca”. Così è chiamata l’isola per la sua forma. Giuseppe Giangregorio altra guida ambientale, Franca Zanichelli direttore del parco e Pino Mazzei Braschi, presidente dell’associazione Amici di Pianosa, attraverso l’altoparlante dell’imbarcazione dell’Aquavision, hanno spiegato aspetti naturalistici, storici e aneddoti della Pianosa. La gente ascoltava, osservava l’isola e scattava foto o faceva filmini, ed in azione anche un tecnico di Rai 3 Toscana, impegnato a realizzare uno specifico servizio.
Il folto gruppo di persone era giunto a Pianosa intorno alle 11 di sabato 29 giugno ed oltre a decine di turisti, è sbarcato un nutrito gruppo di autorità ed addetti ai lavori, giunti apposta per l’inaugurazione della Casa del Parco. Un plotone fatto di alcuni sindaci ( Ciumei, Segnini e Simoni), politici, associazioni, tra cui Legambiente con Mazzantini, militari delle varie armi, il vice prefetto Giovanni Daveti. Presente anche Carmelo Cantone del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), che ha confermato l’avvio di progetti sull’isola per il recupero di 80 detenuti con attività di formazione, quindi Schezzini e Pacini dell’amministrazione provinciale ed altri. Ovviamente il presidente del parco Giampiero Sammuri, la segretaria Aurora Ciardelli, ma anche il primo presidente Giuseppe Tanelli, quindi l’assessore regionale Marson e ancora altri funzionari. Tutti hanno raggiunto la nuova sede del parco, che è stata inaugurata con tanto di taglio del nastro da Sammuri, insieme a Eugenio Chierici, avvocato, pronipote di quel religioso Gaetano Chierici, che studiò per primo i reperti archeologici dell’isola nel 1874, su invito dell’allora dirigente del penitenziario Ponticelli, i due erano legati da amicizia e provenienti da Reggio Emilia. E l’occasione dell’inaugurazione ha proprio permesso di riportare sull’isola alcuni materiali antichi esportati in Emilia, esposti nei locali della nuova struttura, grazie ad una intensa dei Musei Civici di Reggio Emilia, presenti con relativi funzionari con la direttrice Elisabetta Farioli, i dirigenti e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana (Andrea Pessina) e il parco. Diversi pannelli illustrativi hanno documentato i primi studi fatti dagli studiosi, per far conoscere ogni aspetto di questo territorio unico, dotato di memorie risalenti alla catacombe, alla villa romana di Agrippa, dove lo sfortunato 26 enne fu assassinato nel 14 Dc, nonché il forte Teglia voluto da Napoleone, mente era esiliato all’Elba nel 1814.
La mostra archeologica ha come titolo “Ritorno a Pianosa” con i testi di Macellari e Alderighi, rimarrà aperta fino a meta ottobre, e quindi in tale periodo un animatore potrà offrire ai visitatori materiale illustrativo, vendere libri e manuali sul patrimonio naturale, fornendo informazioni. Il programma, oltre al pranzo, ha previsto l’intervento delle Guide ambientali tra cui Cinzia Battaglia, Antonello Marchese, che hanno accompagnato gratuitamente, a turno, i visitatori in varie parti dell’isola, compresa un’escursione in bus che ha permesso di raggiungere il Sembolello, il carcere dove fu detenuto politico, quale antifascista, Sandro Pertini dal 1931 al 35, poi divenuto presidente della Repubblica; quindi sono stati visti anche agli alti muri, sormontati da filo spinato, della caserma dove furono reclusi boss mafiosi in regime di 41 bis. Un vasto territorio interamente pianeggiante, che senza dubbio potrebbe un giorno tornare ad essere completamente a carattere agricolo, come lo era stato nel 1700 ed anche durante l’esistenza del penitenziario.
Presente anche Don Marcello Boldrini, delegato del vescovo di Massa Marittima, che ci ha detto del restauro in corso delle catacombe, presenti sull’isola con 700 loculi risalenti al terzo secolo, reperti di grande significato storico e quindi il complesso è attualmente chiuso e riaprirà a metà luglio. “E’ intenzione della Chiesa – ha detto il religioso- di rilanciare questo sito poco conosciuto. Un luogo che dà emozioni e documenta la presenza cristiana massiccia”. In effetti le catacombe risultano un po’ ai margini del circuito turistico che sta crescendo e vanno fatte conoscere insieme al museo degli Amici di Pianosa. Brunello De Batte, dirigente della cooperativa, ha ribadito, come aveva fatto Cantone, che è stato avviato un progetto d’intesa con le autorità, per il quale si arriverà a formare 80 detenuti con corsi specifici riguardanti il turismo, l’agricoltura e l’edilizia, un impegno che consentirà sull’isola nuove forme di frequentazione, non solo turistica ma per tutto l’anno, con docenti ed altro personale, e quindi saranno avviati restauri di edifici e infrastrutture, per rivitalizzare in modo controllato la Pianosa. Vari tasselli per rianimare un’isola, che è di certo un patrimonio dell’umanità. “Se ce l’avessero per le mani gli americani quest’isola…”ha detto ironicamente Giovanni Fratini, ex sindaco di Portoferraio, durante il viaggio di ritorno all’Elba.
Scritto da Stefano Bramanti