Nel 1842 Cavo contava sei nuclei familiari. Uno di essi, che gravitava nell’area già dalla seconda metà del Settecento, era composto dagli antenati materni del prof. Gianfranco Vanagolli. Questo è certo uno dei motivi per cui il nostro presidente onorario di Italia Nostra Arcipelago Toscano ha voluto dedicare una conferenza al grazioso centro turistico dell’Elba nord-orientale. Ma non il solo, perché tra il Capo della Vita e il Fosso di Gòrgoli v’è un’abbondanza di motivi d’interesse che abbracciano più discipline, dall’archeologia, alla storia, alla storia dell’arte, all’antropologia culturale, all’economia.
Partendo dalle testimonianze lasciate dai siderurgici etruschi e romani dal V al II/I secolo a. C. a Capo Pero, S. Bennato e Il Lentisco, Vanagolli è passato ad illustrare i resti della villa marittima di età giulio-claudia situata a Capo Castello, nella quale eseguì degli scavi per conto della Sovrintendenza alle Antichità d’Etruria alcuni decenni or sono. La sua attenzione si è quindi spostata su una chiesa, dedicata a S. Menna, di cui rimane il toponimo in una versione frutto di una trasformazione collegabile allo specifico linguistico locale, S. Bennato, più volte ricordata tra il XII e il XIII secolo, che rappresenta verosimilmente una pagina della vita eremitica fiorita verso il V secolo nel nostro arcipelago.
Seguita con molto interesse è stata la ricostruzione dei primi passi di Cavo come comunità, dapprima costituita sostanzialmente dal presidio di una batteria costiera, che Napoleone, sovrano dell’Elba, visitò nel 1814, e poi man mano anche da agricoltori e boscaioli originari soprattutto di Rio Castello. Ancora alla metà dell’Ottocento, comunque, il sito, visitato nel 1849 da Giuseppe Garibaldi, reduce dalla Repubblica Romana, non annoverava che poche costruzioni, la batteria, appunto, la piccola chiesa di S. Antonio e alcune case soprattutto nell’interno. Già vent’anni dopo, però, i suoi abitanti ammontavano ad alcune centinaia e chiedevano dei servizi ad integrazione dei pochi disponibili, la messa domenicale in S. Antonio e un collegamento stradale con Rio. I promotori dell’istanza, nell’invocare una concessione di generi di privativa, sottolineavano come a Cavo venissero forestieri a far bagni di mare e pescatori dall’area napoletana. Questi ultimi, originari di Capri, divenuti stanziali dopo essere stati stagionali, dettero un valido contributo allo sviluppo della comunità grazie a quanto erano in grado di esprimere sotto il profilo professionale.
Col passare del tempo, Cavo mutò sempre più il suo aspetto da “campagna” a centro abitato strutturato, mentre sorgevano ville prestigiose, quali quelle fatte edificare dalla famiglia imprenditoriale dei Tonietti, per la quale lavorò anche il celebre architetto Adolfo Coppedè e si faceva più stretto il rapporto tra la popolazione e le vicine miniere di ferro (cantieri del Calendozio e di Capo Pero) e le cave di calcare delle Paffe. Anche a Cavo, come altrove nel comparto minerario insulare, vi furono forti tensioni sociali, spie di un avvertito disagio economico.
L’excursus del prof. Vanagolli ha quindi toccato la prima guerra mondiale, che dette al paese il drammatico spettacolo del siluramento da parte di un sommergibile tedesco di un grosso piroscafo, lo “Washington” e la stagione successiva, in cui apparvero ospiti di gran nome, da Concetto Marchesi a padre Guido Alfani, da Filippo Tommaso Marinetti a Giuseppe Pietri, da Georges Simenon a Michele Gordigiani. Ci si è avviati, così, verso la conclusione, con accenni alla complessità della sfera economica, comprendente anche due stabilimenti per la lavorazione e l’inscatolamento del pesce azzurro e la citazione di alcuni divertenti aneddoti, significativi dello spirito e del carattere della comunità.
L’esposizione, corredata da decine di preziose immagini montate da un esperto del settore, Loris Pacchiarini, è stata seguita da un folto e attento pubblico, nella preziosa cornice dell’Hotel Maristella, scelta dal soggetto promotore dell’evento, l’Associazione Pesca Sportiva Cavo. Ospite gradita dell’evento, presentato dal dott. Mario Mellini, presidente del sodalizio, e organizzato dal comandante Maurizio Guidetti, è stata Cecilia Pacini, presidente di Italia Nostra Arcipelago Toscano.