Waterfront e Port Authority, due parole che suonano ostiche: perché’ mai sono sempre in inglese? anzi, in inglese americano. L’America ha delle distese di cemento imponenti, i suoi waterfront sono massicci. Al tempo stesso in America ci sono anche dei paesaggi naturali preservati che, nonostante siano salvaguardati da una legislazione severa, sono comunque modernissimi.
Un esempio per tutti, che mi è capitato di recente: nella Carolina del Sud c’è un’isola famosa, poco più piccola dell’Elba, che ha un’acqua dell’oceano orrenda, per lo meno dal nostro punto di vista elbano, perché è gelida e marrone, e non c’è nemmeno un paesino, ma solo un paio di centri commerciali costruiti a tavolino; e c’è un solo museo, “vuoto”, con solo ricostruzioni ideali o fotografiche del passato locale. Ma ci sono anche attività sportive richiestissime come pesca, bici, cavallo, golf, tennis…; una rete stradale perfetta, di grande scorrimento, ma, ai lati, il verde; ovunque uno si gira, vede verde; un aeroporto molto piccolo, ma curato come la hall di un albergo storico; sulle spiagge e lungo le coste, le dune protette per la maggior parte. Ovunque, la sera e la notte, il buio. Sono pazzi questi americani? no, si sono inventati un’attrazione dal niente, costruendo villaggi con decine di campi da golf, residenze esclusive, hotel sempre pieni. Il museo è impeccabile, circondato da un parco naturale impeccabile. In giro sull’isola non c’è un foglio in terra, non si vedono cassonetti, non c’è un filo d’erba non curato. E la sera c’è buio pesto dappertutto: sapete perché? perché nella bellissima spiaggia lunga chilometri nidificano le tartarughe, che, tornando al mare, con la luce si disorienterebbero.
Sapremo noi elbani arrivare a tanto? sacrificarci per un’attrazione così “fatale”? L’isola d’Elba è milioni di volte più bella di quella americana, ha ricchezze incredibili di tutti i tipi, è circondata da un mare meraviglioso, è piena di storia e di arte, ha un parco nazionale eccellente e offre attività sportive di ogni genere. Non ha grosse vie di scorrimento che assomigliano ad autostrade ma solo delle provinciali panoramiche, se pure un po’ sconnesse. Che cosa ci manca per fare il salto di qualità? Perché invece di lamentarci non ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo insieme per un’Elba migliore davvero, che dia l’impressione di efficienza, qualità, cura del territorio e del proprio ambiente?
Cecilia Pacini – Italia Nostra Sezione Elba e Giglio
Tratto da Elbareport