Spero ci sarete tutti alla ormai imminente inaugurazione. Avrete capito che ormai si tratta solo di “dare una pulita”, ma questo, in confronto a tutto il resto, è un problema contingente, mentre gli ingredienti importanti, cioè base culturale, motivazione, preparazione, energia, entusiasmo, ci sono tutti.
Persone. Sempre loro.
Avevo leggiucchiato della riapertura della Villa Romana delle Grotte a Portoferraio e non ho resistito: ci sono passata e ho trovato due operose donne a lavoro.
Un po’ titubante, mentre un piccolo gruppo di allegri volontari arrivava, ho varcato il cancello.
Ad accogliermi il sorriso largo di Luisa e Luisa (che bello, non rischio di sbagliarmi: adoro le omonimie) due delle tre archeologhe impegnate nell’importante progetto di riapertura al pubblico di questo fascinosissimo luogo.
Mentre una delle due proseguiva i lavori insieme alle persone appena accorse, l’altra Lucia mi ha scortata in un viaggio nel tempo e nella memoria, mescolando racconti degli scavi sin qui operati, esperienza sul campo, auspici per il lavoro che verrà.
Occhi chiari che si confondono con il mare che le faceva da sfondo, Luisa mi ha portata a toccare con mano un patrimonio culturale di inestimabile valore, che testimonia come ben duemila anni fa, l’isola sia stata già scelta come prestigiosa destinazione per il tempo libero, grazie alla sua straordinaria bellezza che si mescola alla mitezza di un clima che la rende godibile tutto l’anno.
Con un piccolo sforzo di immaginazione, sono riuscita a ricostruire mentalmente l’imponente piscina ornamentale, l’ampio giardino circondato dal peristilio di colonne e un’area adibita ai trattamenti termali, grazie ai resti dei muri in opus reticolatum e su, tutto, ovvio, ha vinto l’emozione.
Ha vinto l’emozione di trovarmi in un luogo capace di raccontare una storia millenaria, di godere di una vista spettacolare sul golfo e di parlare con persone animate da sincero amore per la propria professione e raro desiderio di darsi da fare in tal senso.
Così ho deciso, senza troppo pensarci sopra e mi sono diretta all’Azienda Agricola Montefabrello che mi ha gentilmente fornito rastrelli e attrezzatura varia perché domani, qui lo dico, voglio partecipare in prima persona ai lavori di ripulitura della villa insieme alle due Luisa e a chi avrà voglia di metterci la faccia ma anche le braccia.
Concordo con chi, come Cecilia Pacini, sostiene che si respira aria nuova sull’isola, quasi come se, davvero, i tempi iniziassero a essere maturi per lanciarsi in nuove sfide e concorrere, tutti insieme, a un rilancio importante e degno del fascino e dell’importanza storico culturale, oltre che naturalistica, del nostro scoglio.
Quindi sapete che vi dico? Che ora vado a comprarmi un paio di robusti guanti da lavoro e che spero di vedervi numerosi domani, a lavoro per portare alla luce uno dei tanti tesori che quest’isola custodisce sotto la verde coltre della sua macchia.
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