GIOVEDI 20 LUGLIO ORE 18
Dalla ricerca archeologica a un’economia sostenibile,
in un percorso di cinque anni che unisce
centri universitari, associazioni, enti, imprenditori, scuole.
Hermia, realmente esistito duemilacento anni fa, era lo schiavo manager e agronomo che produceva il vino nella villa rustica di San Giovanni, all’Isola d’Elba, per conto del suo padrone, Valerio, esponente della potente famiglia dei Valeri Messallae. Ha lasciato il suo ricordo nelle stampigliature trovate impresse nella terracotta dei grandi orci (in latino dolia) in cui faceva fermentare il vino.
Questi orci potevano contenere ciascuno da 1300 a 1500 litri e vennero prodotti con ogni probabilità nel Lazio meridionale, nella zona di Minturno. Perché possiamo affermare questo? Prima di tutto dalle analisi di laboratorio condotte dalla Associazione Aithale sulla terracotta con cui sono stati fabbricati i dolia: l’argilla è di origine vulcanica e può provenire o dalla media valle del Tevere o dalla zona di Minturno. Dato che in questa seconda zona, duemila e più anni fa, erano molto presenti Valeri Messallae, ecco che Minturno diventa il candidato più attendibile.
Hermia era uno schiavo alfabetizzato e colto. Impresse il suo nome (o le iniziali) accanto alla figura di un delfino che rimanda a un’antica e affascinante leggenda dell’Asia Minore, secondo la quale un ragazzo di nome Hermia giocava, appunto, con un delfino del quale era divenuto amico. Il tema dell’amicizia del bambino con il delfino è molto diffusa nel mondo antico: essa è collegata ai miti di fondazione della città di Taranto e di quella di Iasos, in Asia Minore. In questo secondo caso il nome del ragazzo è, appunto, Hermia.
Duemilacento anni dopo, il vitivinicoltore elbano Antonio Arrighi riscopre la tradizione della fermentazione e dell’affinamento del vino in terracotta. Nasce un nuovo vino con il nome, “Hermia”, di un antico schiavo imprenditore che più di due millenni fa coltivava la rada di Portoferraio, un nome riemerso dalla storia, dall’archeologia, dalla terra.
Quello di Hermia rimane un brand forte e di sicuro successo, come il vino che ne porta il nome: solido e inconfondibile.
Il nuovo vino “Hermia” sarà presentato giovedì 20 luglio alle 18.00, su invito, ospiti della Fondazione Villa romana delle Grotte con la collaborazione del Comune di Portoferraio, Assessorato alla Cultura. L’evento nasce grazie alla sinergia con l’associazione Archeologia Diffusa, il Gruppo Aithale, l’azienda vitivinicola Arrighi e la partecipazione di Elba Taste e Italia Nostra Arcipelago Toscano.
Buona degustazione!
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