Vi segnaliamo un nuovo romanzo della nostra socia Maria Gisella Catuogno: anche Cristina Trivulzio Belgioioso, in pieno Risorgimento, lottò tanto per un’ “Italia Nostra”, sottraendola agli stranieri, e oggi sarebbe senz’altro schierata per la difesa della cultura e dell’ambiente …
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Sinossi del libro
Il romanzo ripercorre la vita di Cristina Trivulzio Belgioioso, dal battesimo, a due mesi, nell’agosto 1808, alla morte, nel luglio del 1871.
Una vita privilegiata, per nascita aristocratica, e resa piena e ricca, tanto da apparire un concentrato di molte vite in una, dallo snodarsi degli eccezionali eventi storici di quei decenni, che coincidono col nostro Risorgimento, e dal temperamento, dalle passioni personali e civili, dalla sensibilità sociale, dagli interessi culturali e dall’intensa attività intellettuale della protagonista.
I valori del Romanticismo -il forte sentire, l’esaltazione dei sentimenti individuali, l’amor di patria, fino alla disponibilità al sacrificio supremo- si fondono mirabilmente in questa figura tanto fragile fisicamente quanto granitica per volontà e capacità di riflessione, analisi, studio e produzione saggistica e giornalistica, quasi a compensazione di un destino personale segnato dallo stigma di un matrimonio sbagliato, a sedici anni, col libertino principe di Belgioioso, che rovinerà per sempre la sua salute, e dal necessario abbandono del tetto coniugale, a costo della riprovazione sociale della Milano perbenista.
E poi, dalla capitale del Lombardo-Veneto, al soggiorno genovese, napoletano, fiorentino, per sfuggire alla morale ipocrita dei suoi concittadini, fino a Lugano, per sottrarsi alla soffocante vigilanza della polizia austriaca, che la considera una ribelle, e da qui in Francia, dopo una fuga rocambolesca. E ancora: il soggiorno in Provenza e l’amicizia con lo storico Augustin Thierry; Parigi e i due difficili anni da princesse malhereuse, ridotta sul lastrico dal sequestro dei suoi beni, quando, a rasserenare la sua dignitosa povertà, si inserisce anche la frequentazione con l’anziano generale Lafayette, nobile illuminato, eroe della Rivoluzione Americana e Francese; il ritorno alla prosperità economica, l’apertura di un salotto letterario-artistico- musicale, che è il più rinomato della capitale, la sua amicizia con Listz, Chopin, Bellini, Heine, De Musset, che puntualmente si innamorano di lei; la sua bellezza singolare, l’eleganza raffinata ed eccentrica e le sue stravaganze, esotiche ed esoteriche, che alimentano pettegolezzi e curiosità. E poi la parentesi della maternità misteriosa, vissuta in totale riservatezza nella campagna limitrofa, tacendo a tutti la reale paternità della sua creatura; il viaggio in Inghilterra, invitata per l’incoronazione della regina Vittoria, con la bambina, il fratello e le sorelle; il rientro in Italia, l’amore per il giovane Gaetano, l’esperimento sociale di Locate, il suo feudo, dove educa e sottrae alla miseria materiale e morale i suoi contadini, sempre più intuitiva, progressista e moderna degli altri notabili, che non la capiscono, ma anche degli opinion makers contemporanei, che la ritengono una stravagante, a partire da Manzoni, che non la sopporta, o da Mazzini, che la tollera con dispetto.
Allo scoppio delle Cinque Giornate, nel 1848, Cristina è lì, sulle barricate, come a Roma, durante i mesi convulsi ed esaltanti della Repubblica, quando organizza gli ospedali cittadini, cura piaghe e ferite, assume tra le infermiere anche le prostitute e, come al solito, suscita maldicenze a non finire. Poi, alla caduta di Roma, la fuga in Oriente: Malta, la Grecia, Istanbul e la Cappadocia sono le tappe del suo viaggio e del suo soggiorno. Sempre con coraggio e grinta, anche nei momenti più drammatici, senza mai sospendere i contatti con l’Europa e gli affetti familiari e amicali.
Fino al ritorno: prima in Francia, dove fa in tempo a conoscere l’astro nascente Virginia Oldoini, la Contessa di Castiglione e a vivere la preparazione alla seconda guerra d’indipendenza, e poi in Italia, a Milano, Blevio, Locate, circondata da stima e amicizia, in tempo per conoscere la nipotina Cristinetta e i suoi primi teneri anni, e a vedere Roma capitale.
Un personaggio dalle mille sfaccettature, dunque: principessa rivoluzionaria, riformatrice sociale, finissima intellettuale, femminista ante litteram, ma soprattutto creatura umanissima, dall’intelligenza, anche politica, acuta e sensibile, ancora sconosciuta al grande pubblico e che non ha ricevuto, nella storia, il riconoscimento che si merita.
MGC