Il Governo ha licenziato oggi il DGLS Rinnovabili con alcune importanti ma non sostanziali novità. Confermato il sistema di incentivazione dei nuovi impianti tramite il meccanismo delle aste. Passa al 22% la riduzione del prezzo garantito dei Certificati Verdi, rispetto al 30% previsto inizialmente. Per quanto riguarda il fotovoltaico, salta il limite a 8000 MW di potenza installabile a favore di un limite da decidere tra sei mesi. Rimandata a Decreti attuativi successivi molte delle questioni più scottanti, come quelle sul livello degli incentivi futuri e delle dimensioni degli impianti per accedere alle aste.Oggetto: cosa prevede il DECRETO RINNOVABILI: VIA LIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Il testo sul quale è stato trovato l’accordo non contiene più il tetto di 8.000 MW per il fotovoltaico (oltre i quali sarebbe stata sospesa l’erogazione di incentivi), ma prevede l’avvio, dal 1° giugno 2011, di una consultazione tra il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente per la stesura di un ulteriore provvedimento che rimodulerà gli incentivi e i ‘tetti’ per le diverse fonti di energia.
La data del 1° giugno 2011 è stata scelta perchè, versomilmente, in quel periodo sarà raggiunto l’obiettivo degli 8.000 MW di potenza installati. Le attuali disposizioni si applicano quindi alla produzione di energia da impianti fotovoltaici per i quali l’allacciamento alla rete avvenga entro il 31 maggio 2011.
Il decreto – spiega una nota di Palazzo Chigi – prevede la definizione di un nuovo sistema di incentivi per gli impianti da fonti rinnovabili che entrano in esercizio dal 1° gennaio 2013, differenziato per gli impianti di taglia minore e maggiore, in modo da dare certezza ai piccoli investitori e stimolare i più grandi a soluzioni più efficienti. Per quanto riguarda, in particolare, il fotovoltaico, il decreto prevede che si procederà ad una ridefinizione di criteri, parametri e quote a decorrere dal 1° giugno, per assicurare la sostenibilità dei costi di incentivazione, scoraggiare le iniziative meramente speculative e garantire al settore una prospettiva di sviluppo di lungo periodo.
Gli impianti fotovoltaici sui terreni agricoli non potranno superare il limite di 1 MW per azienda e comunque non potranno coprire più del 10% della superficie. Questi limiti – spiegano fonti del Governo – servono a “rendere l’energia un reddito aggiuntivo per gli agricoltori al fianco dell’attività agricola” oltre a “difendere il paesaggio rurale”.
Mariarita Signorini