Considerazioni sull’evoluzione della percezione della Cultura all’Elba. L’Elba ha fatto un salto, da isola mediterranea dalle meravigliose coste, e basta, un po’ rustica e isolata, a isola sicura e matura, diversa, quasi come se, davvero, i tempi iniziassero a essere pronti per lanciarsi in nuove sfide e concorrere, tutti insieme, a un rilancio importante e degno del fascino e dell’importanza storico culturale, oltre che naturalistica, del nostro scoglio.
Tutte le volte che sono lontana dall’Elba mi viene da guardarla sotto aspetti sempre diversi. In lontananza forse uno ricorda meno gli aspetti negativi, che in questo periodo di campagna elettorale sono uno per uno evidenziati a carne viva, esasperati, ma vista da lontano, la percezione dell’isola cambia.
Questa volta mi colpisce una novità. In una volata, l’Elba ha fatto un salto, da isola mediterranea dalle meravigliose coste, e basta, un po’ rustica e isolata, a isola sicura e matura, diversa. Per anni, viaggiando e vivendo all’estero, ho spesso provato un disagio a confessare di dove ero, non perché non ami la mia isola, ma perché è sempre stato penoso ascoltare domande sciocche da parte di chi non aveva la più pallida idea di che cosa stessi parlando.
Adesso descriverla a chi non la conosce è diventato una sottile soddisfazione, un punto in più guadagnato rispetto a chi non ha la fortuna di essere elbano o di viverci.
La complessità e la varietà degli argomenti si arricchisce ogni giorno. Oggi ho per esempio scoperto che esiste un gruppo che si chiama Pegmatite Minerals’ Club. I minerali sono sempre stati la nostra ricchezza, ma adesso, con i parchi minerari di Rio e Capoliveri finalmente valorizzati, e il salto di qualità con il museo di San Piero, non si può rimanere indifferenti. È sul tavolo da caffè di una famiglia americana, a New York, che ho trovato un libro sulle tormaline elbane.
Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il Centro Ricerca Cetacei, il Santuario delle Farfalle, il mondo delle Orchidee Spontanee, il Biowatching toscano, il Sentiero dei Profumi, sembra quasi una lista, ma è solo una frazione di quanto ci sta sbocciando all’interno, e che viene recepito all’esterno in modo inconfutabilmente all’avanguardia.
Sta nascendo anche una diversa percezione della nostra storia, la si sta vivendo in modo più intenso e consapevole. L’Elba è parte della storia dei maggiori paesi europei. Il Bicentenario napoleonico, cominciato in sordina, è esploso, ma in un fragore sommesso, con una partecipazione popolare composta, di una vastità inaspettata.
La riapertura ormai prossima della Villa Romana delle Grotte è solo l’apice di un vasto momento di ricerca, studio e cura del proprio territorio. Esiste l’Elba preistorica, etrusca, romana, medievale, medicea, del popolo del Mare … con delle realtà museali che io considero suddivise in tante “sezioni”, o “dipartimenti”, per argomento, e non per “Comuni”, concetto astruso all’estero in cui non mi cimento.
L’Elba isola musicale, Innovazione, Campo lo Feno … sono ancora un altro capitolo. La prima riga dei cenni biografici sul maestro Yuri Bashmet nel sito del mitico teatro di San Pietroburgo lo definisce “uno dei musicisti più eccezionali di oggi”. Sono presuntuosa a chiedermi se il maestro Bashmet ha suonato più spesso al nostro Festival di settembre o al teatro Mariinsky?
Vedo e sento realtà diverse e tutte altrettanto valide e complete, organizzate in una crescita esponenziale e continua, che fanno parte, almeno da quaggiù, di un’Elba vera che adesso, molto spesso, non devo più tanto spiegare perché capita che i miei interlocutori siano a volte più competenti di me e conoscano già l’Elba in uno dei settori in cui eccelle.
E non ho ancora iniziato a parlare dell’Elba sportiva! Nel mondo,insomma, è, incredibilmente, diventato facile parlarne, di questa isola.