La BBC intervista ITALIA NOSTRA al Giglio per un servizio sui rischi ambientali prodotti dall’industria crocieristica
Il reportage del giornalista Julian Rush, andato in onda su Radio 4 della BBC il 14 e 15 maggio u.s., esamina l’impatto che la nuova generazione delle gigantesche navi da crociera sta producendo sui litorali più belli del mondo. Il tema viene esplorato attraverso interviste con esperti di navigazione, recupero relitti, studiosi di biologia marina e rappresentanti di organizzazioni ambientaliste. Un’allerta e denuncia delle minacce per l’ambiente causate dalla rapida espansione dell’industria crocieristica.
Con l’aumento del numero e delle dimensioni delle navi che portano sempre piu’ passeggeri, i rischi per l’ambiente stanno crescendo.
E’ solo quando si arriva così vicini (al relitto semiaffondato che emerge vicinissimo alle case del Giglio) che ci si rende conto di quanto è grande… sembra così vicino che quasi si possa toccarlo.
Una nave per circa 4’000 passeggeri, alta 13 piani….
32 persone hanno perso la vita quella notte nonostante l’eroico impegno delle persone dell’isola .
La drammatica crescita in tempi recenti del business delle crociere e l’enorme incremento del numero e grandezza delle navi da crociera, aumenta anche la probabilità che succedano incidenti.
Le cifre:
Circa 21 milioni di persone faranno una crociera nel 2030 in confronto a meno di 9 milioni nel 2000.
13 nuove navi da crociera saranno lanciate nei prossimi 2 anni
4 di queste ospiteranno oltre 4’000 passeggeri quindi notevolmente piu’ grandi della Costa Concordia
Il conduttore del programma BBC pone la domanda :
Dovranno ancora altre popolazioni dei litorali marini soffrire la vista e i suoni (drammatici – testimoniano le interviste con la gente locale) subiti dagli abitanti del Giglio a causa del tragico incidente della Costa Concordia?
La responsabile di Italia Nostra per il Giglio, Marina Aldi, guida turistica locale, risponde alle domande del giornalista della BBC. La sua famiglia vive al Giglio da 500 anni, quando Cosimo I de’ Medici colonizzò l’isola depredata dai pirati. „ …Crede che il disastro della Costa Concordia abbia cambiato l’isola completamente e in che modo? “
Oltre alla sensazione di grande tristezza che la dominante presenza del relitto infonde ( „Mi dà tristezza, soffro veramente“ ), Marina Aldi sottolinea soprattutto due aspetti del cambiamento negativo, causato dal drammatico incidente sulla vita quotidiana degli abitanti della bellissima e altrimenti tranquilla isola del Giglio:
1°. aspetto economico : A causa dell’incidente, l’anno scorso c’è stata una grande diminuzione nel numero di presenze turistiche, quindi una notevole diminuzione di entrate per la popolazione dell’isola, la cui maggiore attività economica è il turismo.
2°. aspetto psicologico: Il relitto è una triste presenza che influenza psicologicamente in modo negativo la vita quotidiana degli abitanti. Una nave enorme, alla cui inevitabile vista non si può fare a meno di pensare alle persone che hanno perso la vita e che hanno tanto sofferto a causa dell’incidente. Questo ha un impatto negativo sulla comunità locale. C’è un senso di gran depressione, profonda incertezza sull’esito della rimozione. Ci si chiede „saranno in grado di rimuoverlo e portarlo via completamente o resterà qui per sempre?“ „La gente qui non può fare a meno di paragonare l’ultima incursione dei pirati nel 1799 con la situazione attuale della Costa Concordia, e quest’ultima sembra ai più molto peggiore.“
Il giornalista: „ Che cosa dire del danno ambientale? che (al momento) non si può vedere…“
„La linea costiera intorno all’arcipelago toscano – continua- è un raro superstite del Mediterraneo così come era una volta, a uno stato relativamente selvaggio con balene e delfini, tonni e barracuda che passano al largo dalle spiagge. Gran parte di questo mare è protetta come habitat marino particolare“.
A conferma l’intervista al Prof. Francesco Cinelli, docente dell’Università di Pisa e studioso di ecologia marina. Ha cominciato a fare immersioni subacquee 40 anni fa e oggi afferma che il Mediterraneo in alcune zone – soprattutto intorno alle coste-„ è molto distrutto „ rispetto ad anni fa, ma nella zona dell’arcipelago toscano, il mare intorno alle isole è ancora „quasi com’era 40 anni fa“… al Giglio l’acqua del mare è „ pulitissima „, „l’ecosistema molto ben conservato, …sono presenti tutti i tipi di ecosistemi marini del Mediterraneo occidentale: coralli/ gorgonie/ pinna nobilis ( comunemente note come nacchere) /posidonia ( comunemente „ alghe“) – la „foresta del Mediterraneo, il più importante ecosistema che abbiamo in questo mare. Importante per la produzione di ossigeno. Se scompare la posidonia, scompare la vita nel Mediterraneo“.
Alcune delle pinna nobilis sopravvissute nelle acque vicino al relitto Costa Concordia, sono state rimosse e poste con successo in altro adeguato punto del mare, ma le piante di posidonia sono per certo scomparse dalla zona di mare in cui si trova il relitto. La vasta ombra della nave ha causato la morte della „prateria“ di posidonia sottostante.
„Il prof Cinelli ha sperimentato tecniche per trapiantare le alghe marine che possono essere usate per recuperare l’ambiente di questo golfo“ – spiega Julian Rush – „ma le speranze di guarigione non possono cominciare finche’ la nave continua a rimanere qui.“
Il prof. Cinelli conclude: „Spero che la nave rimanga solo il minimo tempo necessario perché’ ogni giorno in cui la nave rimane qui, è un nuovo pericolo“
Finora il Giglio è stata fortunata, grazie soprattutto alla rapida azione che ha recuperato con successo 2’400 tonnellate di sporco, denso e appiccicoso combustibile che si trovava nei serbatoi dei motori.
La proprietà della nave Costa è parte della Carneval cooperation la linea di crociere più grande del mondo. P&O Cruise è parte della loro flotta.
Nessuno da parte della Costa Crociere ha accettato di parlare con noi, ma Neil Thomas , un consulente ambientale che viene interpellato in caso di relitti , è molto esperto del tipo di operazioni necessarie per prevenire che un tragico incidente si trasformi in catastrofe ambientale.
L’esperto conferma che, in questi casi la prima preoccupazione deve essere rimuovere soprattutto il combustibile, sostanza orribilmente collosa del tipo catrame che prima tende a galleggiare, poi affonda e contamina ovunque si depositi…quindi fondamentale contenere la contaminazione in superficie e cercare di rimuovere il carburante dove e prima possibile.
Per navi da crociera si spendono milioni di sterline a installare apparecchiature anti inquinamento, ma quando succede un incidente del genere anche queste non sono sufficienti.
…
Anche Leo Hickmann, giornalista di temi ambientali, nel suo libro „The final call“ ( L’ultimo appello) denuncia danni e i rischi per la società e l’ambiente prodotti dall’industria crocieristica. Ritiene che la navigazione delle enormi navi da crociera stia causando un grande impatto ambientale.
Dall’emissione di anidride carbonica e zolfo al materiale di scarico che semplicemente riversano nel mare, le navi da crociera di dimensioni enormi, per 4/ 4’500 passeggeri più oltre circa 2000 di personale di bordo, sono „città viaggianti… tendono a visitare luoghi bellissimi, incontaminati, con ambiente molto sensibile a qualsiasi alterazione : Alaska, i Caraibi, la grande barriera corallina australiana, Antartide etc.
Un importante interrogativo ci si deve porre. Quanto sia appropriato permettere ad alcune di queste navi visitare tali luoghi con ambiente tanto vulnerabile?
A bordo di questi hotel galleggianti si produce molto materiale da rifiuto.“ Molte navi sono legalmente autorizzate a scaricare tali rifiuti in mare aperto. Ci sono organizzazioni marittime ufficiali che ne governano le regole, a certe miglia di distanza dalla costa e viaggiando a una certa velocità hanno il permesso di scaricare in mare. Comunque si sono verificati ripetuti incidenti durante gli ultimi 20 /30 anni, con relativi processi e pene pecuniarie.
Un ufficiale di bordo di navi da crociera „responsabile per l’ambiente “intervistato, rifiuta l’affermazione che l’industria crocieristica trascuri il proprio impatto sull’ambiente. „Vengono fatte ispezioni – sostiene- alle apparecchiature della nave per verificare che le regolamentazioni non vengano violate “. Il giornalista riassume che l’industria crocieristica si avvale di persone come questo ufficiale responsabile per l’ambiente, ma le critiche affermano che spesso le navi quando navigano „lontane dagli occhi, lontane dal cuore “, possono commettere errori, scaricare carburante ovunque e cavarsela così, senza essere scoperte…“
L’ufficiale di bordo nega, tuttavia senza alcuna argomentazione: „Questo certamente non è vero per l’industria crocieristica, i nostri passeggeri, i nostri ospiti si preoccupano molto dell’impatto che la nave ha sull’ambiente “.
Il giornalista della BBC torna sul tema „operazione di recupero per la Costa Concordia. “Sta procedendo 24 ore su 24. Operazione internazionale con aziende e mezzi meccanici di diversi paesi per recuperare la C.C. Operazione complessa e a rischio“.
Attraverso precise tappe tecniche di sollevamento pianificate il relitto verrà portato completamente in superficie e quindi trasportato via dal luogo dell’incidente. Nessuno ha mai provato a sollevare e rimuovere un’intera nave di tali dimensioni. Il momento più pericoloso si sta avvicinando. Il tentativo di riportare su la nave rischia che la rottura e il cocktail chimico di detergenti, fluidi per la pulizia, lubrificanti, solventi, cibo avariato…e ogni altra cosa necessaria a una città galleggiante di circa 4’000 persone fuoriescano e inquinino il mare trasparente come il cristallo. E questo e’ una grande preoccupazione per l’isolana Marina Aldi.
„Poiché’ contiene anche sostanze nocive è pericoloso che queste fuoriescano durante le operazioni di sollevamento e trasporto, ma se si riuscisse a trasportare via la nave intera così com’è, andrebbe bene“.
Le 400 persone che lavorano per il salvataggio del relitto stanno facendo tutto il possibile in un’operazione che costerà almeno 300 milioni di sterline per rimuovere la nave dal luogo attuale.
Ma l’incidente ha sollevato dubbi in Italia. Ci si chiede se veramente I benefici economici per l’industria dei costruttori di navi e quella dei porti in Italia superino davvero I rischi per il vulnerabile ambiente attraverso il quale navigano?
(Al 21mo minuto) Julian Rush prosegue con il nostro Presidente:
“Leonardo Preziosi lavora per Italia Nostra, un’organizzazione che si dedica alla protezione dell’ambiente e -di grande importanza – anche alla protezione della cultura artistica italiana. Che cosa pensa? Le enormi navi da crociera dovrebbero veramente avere il permesso di navigare nel Mediterraneo?
Leonardo Preziosi: “Si sta assistendo ad un boom dell’industria crocieristica. Ho letto le cifre e sono davvero incredibili, stanno crescendo vertiginosamente, i paesi, i governi devono agire per fermare questa situazione. Il Mediterraneo è un mare piccolo, semplicemente troppo piccolo e troppo vulnerabile per permettere a queste nuove e ancora più grandi navi da crociera di navigarci.
Questo tipo di navi gigantesche è totalmente sbagliato. Quando si guardano navi di questo tipo si possono paragonare ad intere città galleggianti, sono enormi.
Siamo veramente preoccupati quando si vede che non rispettano le norme di sicurezza e seguono rotte sbagliate, pericolose, senza rispettare le leggi di navigazione. L’esempio più eclatante e negativo è a Venezia: arrivano così vicini ai luoghi storici, direttamente in Piazza San Marco come qualsiasi turista (arriva a piedi)”.
Italia Nostra vorrebbe vedere una significativa riduzione dell’industria crocieristica, navi di dimensioni più piccole nel Mediterraneo che rispettino le leggi di navigazione esistenti che stabiliscono la dovuta distanza dalla costa. Leggi che la guardia costiera italiana deve far rispettare – sottolinea il giornalista della BBC. Le grandi navi da crociera non dovrebbero veramente avere il permesso di navigare nel fragile cuore di Venezia ne’ a pochi metri dalle belle isolette come il Giglio.
Marina Aldi, continua:
“Le navi più grandi dovrebbero fermarsi in porti maggiori quali Civitavecchia, Livorno, Genova dove possono anche ricevere tutti i servizi di cui hanno bisogno. Non è necessario venire così vicini alle piccole isole: è molto pericoloso. “Praticamente a bordo di queste navi da crociera è come se neanche si fosse in mare”. Dai porti più grandi, i passeggeri potrebbero servirsi di navi di minori dimensioni e adeguate a visitare isole e ambienti marini protetti, limitando così la contaminazione ambientale. Con navi più piccole e un minor numero di passeggeri anche il rischio di incidenti potrebbe essere contenuto o anche in caso un ‘emergenza essere risolta più facilmente.
Al termine del programma su BBC Radio 4, Julian Rush lascia aperti inquietanti interrogativi:
Sta, l’industria crocieristica in espansione, spingendo al limite l’ambiente dei litorali marini ? Le navi da crociera della nuova generazione sono semplicemente troppo grandi?
“Ritornando al Giglio, seduto sulla spiaggia di fronte al relitto della Costa Concordia, vedo chiaramente che al centro dell’industria crocieristica sta un vero paradosso: luoghi bellissimi e incontaminati sono esattamente quanto attrae le migliaia di passeggeri che ogni anno ci vanno in crociere a bordo di tali navi. Ma il fatto stesso di andare a visitarli, li mette a rischio.
In un certo senso la Costa Concordia è stato uno “sparo” di ammonimento per dire all’industria crocieristica che il loro “bilancio ambientale” conta davvero tanto.
E il grande interrogativo è se l’industria crocieristica stia ascoltando…