Italia Nostra e la fine della campagna scavi di San Giovanni
“Un luogo, un’emozione, creano questa ondata nella mente,
ben prima che le parole possano descriverla.”
Virginia Wolf
Come ogni anno negli ultimi tre anni, è arrivata alla fine la campagna scavi del Gruppo Aithale a San Giovanni. I protagonisti sono giovani laureati o dottorandi provenienti da tutta Italia e dall’estero, appassionati al loro lavoro, al punto da commuoversi alla chiusura dello scavo, che allora diventa un momento tristissimo. Anche quest’anno partecipano elbani: il responsabile, Prof. Franco Cambi, docente di Archeologia dei Paesaggi dell’Università di Siena, una giovane archeologa di PortoAzzurro, Serena Tammone, e inoltre Cinzia Battaglia, Fabrizio Bozzoli e Fiona Buttigieg.
Tra i motivi che hanno spinto Italia Nostra Arcipelago Toscano ad affiancare Aithale in questo progetto, l’immediata empatia per lo spirito che anima il loro metodo di ricerca è uno dei fattori più importanti. Il Gruppo Aithale ha condotto scavi non solo utili per la conoscenza del maggiore sito archeologico elbano, la Villa delle Grotte, ma strumentali per la nascita di una gradita consuetudine, cioè l’arrivo sulla nostra isola, anno dopo anno, di persone altamente qualificate dalle maggiori università toscane, CNR e Soprintendenza per la Tutela dei Beni Archeologici.
Ben magri bilanci pubblici hanno lanciato indirettamente una gara di volontariato che riesce a coprire le necessità di base, con la partecipazione di associazioni, privati e imprese. La nostra Associazione non è la sola infatti ad essere rimasta colpita e affascinata, siamo un folto gruppo in continua crescita.
Quest’anno ci sono due novità che vale la pena evidenziare. Da una parte la decisione dell’Amministrazione pubblica di Portoferraio di seguire direttamente la conduzione della Villa delle Grotte, grazie ad un nuovo accordo con la Fondazione Villa Romana delle Grotte. Sono state concepite le premesse per una valorizzazione sempre maggiore del sito. Il recente successo e innovazioni dell’associazione Archeo Color non svaniscono allora, ma anzi sanciscono la rivoluzione culturale e gestionale in atto.
L’altra novità, invece, ha un carattere più immediato e divertente, se pure articolato. Il 19 agosto scorso, grazie all’inserimento di Portoferraio nelle celebrazioni nazionali del Bimillenario Augusteo (reso possibile dai ritrovamenti a San Giovanni che hanno fornito la prova della proprietà della Villa delle Grotte), e lo scorso venerdì per la Festa Romana del Vino o Meditrinalia, rispettabili professori e arditi giovani si sono messi in gioco senza timore in rappresentazioni teatrali su personaggi dell’epoca augustea. “La realtà – si legge nella pagina Facebook del nuovissimo Archeodromo di Poggibonsi inaugurato questa settimana – è che mai come in questo momento l’archeologia ha bisogno di ricostruire un rapporto con il pubblico. Franco Cambi che legge Svetonio (e l’archeozoologo Jacopo de Grossi che impersona Ovidio) a centinaia di persone si trasforma in un mediatore culturale, mettendo in contatto gli uomini e le donne di oggi con il mondo dell’antichità classica… Dietro tutto questo ci sono anni di lavoro e di ricerca, che cercano solo un’altra via di comunicazione, dato per assunto che ogni conoscenza diviene tale solo quando è possibile comunicarla e condividerla con un pubblico”.
“I numeri dicono che si tratta di una scelta vincente, e tra gli effetti positivi c’è la nascita di una nuova prospettiva occupazionale. Dietro a ciascuna delle esperienze ci sono gruppi di archeologi che si stanno organizzando per costruirsi un futuro lavorativo. E dove c’è un pubblico c’è almeno una prospettiva positiva in questo senso”.
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