Il 23 maggio prossimo in archivio esporremo, solo per quel giorno, l’Erbario e gli oggetti della collezione Foresi collegate all’Erbario.
Gloria Peria
Approfittiamo volentieri dell’occasione per riproporre qui un interessante articolo di Valentina Caffieri sull’importanza del contributo di Gloria Peria per la conoscenza, valorizzazione e tutela della cultura elbana.
ELBA. Gestione associata degli Archivi storici dei Comuni dell’isola: una scommessa che sta dando buoni risultati
Fonte: http://www.ognisette.it/cronaca/cronaca-2011/marzo-2011/gestione-associata-degli-archivi-storici-dei-comuni-elbani-una-scommessa-che-sta-dando-buoni-risultati
“La cultura come elemento indispensabile per lo sviluppo dell’Isola d’Elba”, intervista a Gloria Peria, che si occupa degli Archivi storici dei Comuni Elbani
Mentre c’è ancora chi professa che con la cultura “non ci si mangia”, qualcun altro, magari nel silenzio e con tante difficoltà, porta avanti da anni un lavoro di cui la maggior parte della gente non è a conoscenza. Abbiamo intervistato Gloria Peria, elbana, responsabile del coordinamento della Gestione Associata degli Archivi storici dei Comuni Elbani e di fatto unica persona che cura da sola gli archivi degli otto Comuni.
Dottoressa Peria, quando è nata la Gestione associata degli Archivi storici degli 8 Comuni elbani?
«E’ nata nel 2006, in base alla Legge regionale che favorisce e sostiene la collaborazione fra i comuni. Questo è un esempio con risultati concreti di collaborazione fra tutti i comuni elbani, anche se devo dire che le difficoltà non mancano. Infatti questa gestione associata all’inizio è stata una scommessa perché riguardava di più la cultura piuttosto, che di solito è vista come un servizio meno essenziale di altri. In realtà fino a quella data i comuni stessi non avevano la consapevolezza del valore dei propri archivi storici».
Quindi, com’è andata questa scommessa?
«La scommessa fino ad oggi è andata molto bene, secondo i promotori di questo servizio, anzi è andata ben oltre le aspettative, anche perché all’inizio si prevedeva la presenza di due figure professionali, una esperta di archivistica moderna, cosa che non è poi stata possibile, l’altra esperta di archivi storici. Purtroppo però anche questo lavoro è precario, perché è legato ad una convenzione che deve essere rinnovata periodicamente e quindi ci sono tutti i rischi e i disagi che questo comporta. Quando è nata la gestione associata però bisognava “inventarla”, nel senso che non si sapeva in che condizioni fossero gli archivi storici comunali. E’ stato difficile trovare le forme adeguate per ogni comune: c’era bisogno soprattutto di sensibilizzare i comuni sul valore di questo progetto. Un’altra difficoltà è stata farsi conoscere e dover comunque dimostrare di saper gestire una situazione così complessa, essendo gli archivi storici in situazioni di trascuratezza».
Ma in concreto che tipo di servizio c’è per il pubblico con questa gestione associata?
«L’obbiettivo principale è stato quello di rendere fruibili al pubblico i documenti di questi archivi, di cui molti anche antichi e preziosi. C’era però prima bisogno di controllare cosa ci fosse e di organizzare i documenti per la consultazione. Così quando fra gli studiosi e gli studenti universitari si è sparsa la voce di questo nuovo servizio c’è stata la richiesta di consultazione, soprattutto da parte di tanti giovani laureandi elbani, decine di ragazzi che avevano la possibilità di trovare sul proprio territorio documentazione utile per la propria tesi».
E queste tesi quali argomenti trattano?
«Le tesi che ho seguito spaziano in varie discipline, ci sono state tesi di storia, diritto, agronomia, demografia, pedagogia, storia delle religioni, ambiente… insomma un po’ tutte le tematiche di cui i comuni come istituzioni si occupano e si sono occupate e di tutte le epoche storiche».
Quindi il servizio alla fine ha dimostrato la sua utilità, ma ci sono ancora delle difficoltà?
«Si, il problema principale è che mancano locali adeguati per gli archivi e soprattutto locali attrezzati dei servizi minimi essenziali per lo studio e la consultazione, dei tavoli e una buona illuminazione, ad eccezione che nel Comune di Portoferraio, dove l’Archivio storico è al Centro culturale De Laugier e nello stesso stabile della Biblioteca comunale, e quindi la consultazione dei documenti dell’Archivio viene effettuata all’interno della Biblioteca stessa».
E invece negli altri comuni?
«Negli altri comuni, purtroppo, l’Archivio storico è all’interno del palazzo comunale e quindi non ci sono locali adeguati per la consultazione ma essa avviene di solito appoggiandosi magari alle sale consiliari».
Ma a parte i laureandi, ci sono anche altre persone che vengono a consultare i documenti nei vari archivi?
«Si, ci sono degli utenti che vengono addirittura da altri paesi europei, come dalla Francia e dall’Inghilterra, e che sono legati all’Elba da vincoli affettivi. Si tratta spesso di ricerche sulle proprie radici familiari e spesso sono persone in pensione che hanno deciso di dedicarsi a questo tipo di ricerca. Ma ci sono anche richieste di docenti universitari e di studiosi. A volte mi contattano anche tramite telefono o posta elettronica, in alcuni casi si tratta solo di una consultazione di conferma di cose che magari già conosco e su cui posso dare delle informazioni direttamente».
Oltre al servizio di consultazione dei documenti la gestione associata si occupa anche di altre iniziative?
«Si, certamente. Comunque negli archivi non si smette mai di lavorare perché, anche mentre si permette la consultazione agli utenti, c’è sempre da sistemare e verificare, numerare o segnare documenti rilevanti, dato che il materiale è tantissimo. Poi c’è tutta la parte di valorizzazione degli archivi. Valorizzare significa comunque fare in modo che se ne conosca l’esistenza e quindi le iniziative sono sempre legate alla valorizzazione dei documenti che compongono gli archivi. In genere si scegli un tema e si sviluppa anche collegandosi ad altre istituzioni, come, per esempio, è avvenuto nella mostra itinerante “Le sentinelle del mare”, che è stata realizzata negli 8 comuni elbani e che ha visto la collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze. Poi a volte i comuni chiedono di fare delle ricerche su un determinato argomento o su personaggi specifici.
Sono state fatte diverse iniziative, mostre, conferenze, visite guidate per le scuole di ogni ordine e grado, pubblicazioni sia direttamente per i comuni sia collaborando per ricerche fatte fuori dell’Elba. A Portoferraio è in corso una mostra sui documenti legati al Risorgimento e altre ne saranno fatte in altri comuni. Attualmente sono in corso due ricerche per due pubblicazioni a cui stanno collaborando diverse persone: una in collaborazione con la gestione Associata delle Pari Opportunità, di cui è capofila il Comune di Rio nell’Elba e riguarda la figura della donna negli antichi Statuti elbani, l’altra che è legata al progetto per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e che è finanziata da tutti i comuni. Questa iniziativa prevede la pubblicazione di un’antologia, scritta a più mani da studiosi elbani, che tratterà di episodi inediti del Risorgimento elbano e di personaggi elbani che hanno partecipato alle guerre di Indipendenza.
Questa pubblicazione, dal titolo “L’Elba s’è desta: momenti di storia risorgimentale”, sarà presentata per la prima volta a giugno al Teatro dei Vigilanti di Portoferraio, nell’ambito di un vento articolato. Infatti sarà aperta da una breve rappresentazione teatrale di carattere risorgimentale, scritta e sceneggiata da me, con la regia di Leonello Balestrini e con attori elbani. Inoltre questa iniziativa sarà arricchita dalla presenza della Corale di Marina di Campo, che eseguirà alcuni dei più famosi canti risorgimentali. Il progetto, finanziato da tutti i comuni, potrà poi essere rappresentato anche in altri comuni durante l’estate».
Visto che questo servizio si è rivelato molto importante, perché oltre ad offrire un vero e proprio “servizio” al pubblico organizza anche eventi culturali sul territorio elbano, cosa si può fare per migliorarlo?
«Innanzitutto è necessario rendersi conto che la cultura è fondamentale per lo sviluppo della nostra isola, perciò è necessario investire di più in archivi e biblioteche, che sono e racchiudono il nostro patrimonio, la nostra storia. Poi ci vorrebbe uno staff e non un’unica persona che in ogni comune deve affrontare situazioni differenti e lavorare spesso nell’emergenza».
Valentina Caffieri