In questo lungo e più che giustificato scambio di idee sul progetto del banchinamento a Portoferraio, poiché è sul dibattito che si fonda la democrazia, vorrei esprimere qualche mia considerazione.
Premetto subito che di tutto quello che abbiamo di negativo e che subiamo da molti anni, non ritengo responsabile la nuova amministrazione di Portoferraio né quelle che si sono appena insediate negli altri comuni. Vedremo quello che riusciranno a mettere in atto delle promesse fatte in campagna elettorale.
Con tutti i problemi che abbiamo, più o meno gravi, più o meno urgenti, sia a Portoferraio che in tutta l’isola, che sia indispensabile fare il prolungamento di quella banchina del porto di Portoferraio non lo capisco. E come non l’ho capito io, non l’ha capito un foltissimo gruppo di persone, e quindi occorre fare maggiore chiarezza sulle motivazioni che spingono alla realizzazione di questo progetto.
Comunque mi sento di dire che se gli altri territori elbani credono che ciò sia utile anche a loro, allora aprano le loro banchine per un maggior traffico portuale.
Abbiamo sull’isola altri attracchi, Cavo e Rio, avevamo Porto Azzurro dove è stato fatto un potenziamento della banchina con soldi pubblici per poi utilizzarla a protezione del porto turistico, quindi che venga riattivato il trasporto pubblico con traghetti anche a Portoazzurro. A Marciana Marina potrebbe arrivare il cosiddetto mezzo veloce, che anzi sarebbe più utile partisse da Livorno, allora avrebbe un senso la sua tremenda velocità che qui fa solo danni.
Secondo il mio modesto parere prima di parlare di porto, sempre che questo si chiami porto, ma ci ritorno in seguito…
Non mi ricordo che durante l’appena conclusa campagna elettorale si fosse mai parlato dell’ampliamento o che fosse la prima necessità di chiunque si fosse seduto sui banchi del comune.
Ho sempre sentito parlare soprattutto di ambiente, di decoro della città e delle periferie, del potenziamento dei servizi, di viabilità.
Proprio su quest’ultimo punto mi domando e vi domando, come si possa far circolare ospiti e residenti in strade dalle condizioni vergognose, insicure e con segnaletica quasi inesistente. Cosa che del resto ha fatto notare puntualmente l’amico Messina e la signora Nicolettà. Sentiamo ogni giorno le sirene delle ambulanze e i continui interventi del Pegaso, la vegetazione che invade le corsie stradali che non danno visibilità agli automobilisti che circolano e peggiorano il fondo stradale, marciapiedi che non sono transitabili perché invasi da cartellonistica, verde incolto, tavolini e da arroganti stazionamenti di auto.
Altro punto dolente è il gran numero di navi vetuste, spesso mezze vuote, che arrivano alle banchine di Portoferraio inquinando inutilmente con un andirivieni frenetico creando spesso “tappo” agli attracchi.
E vediamo queste pericolose manovre dove tre (ed a volte anche quattro) navi in contemporanea, cercano di attraccare o partire. Tutto questo senza mezzi di soccorso adeguati. Arrivo al punto del “non porto”.
Non c’è un rimorchiatore che stazioni a Portoferraio, se succedesse qualche cosa prima che arrivi un rimorchiatore da Piombino passerebbe almeno un’ora e mezza, e intanto?
Non c’è un mezzo antincendio altrettanto adeguato. Anzi negli anni è stata depotenziata anche la forza dei Vigili del Fuoco di stanza a Portoferraio.
Mi permetto di far presente queste criticità solamente perché spero che non succeda mai nulla e che un qualsiasi anche minimissimo incidente possa essere prontamente risolto senza gravi conseguenze.
Dico questo perché ho lavorato per 25 anni al porto di Livorno e di incidenti di ogni tipo ne ho visti molti. Ve ne racconto due. Il primo di un traghetto della Linea dei Golfi Livorno-Olbia a cui restò ingranata la marcia avanti e quindi fu impossibilitato ad effettuare la manovra correttamente. Questo comportò il pericoloso attraversamento del porto in senso contrario per poi finire sulle banchine dello Yachting Club procurando diversi danni e affondamenti di numerose imbarcazioni ormeggiate.
Il secondo, e penso che tutti l’abbiamo nella memoria, è la tragedia del Moby Prince, 10 aprile 1991, dove tra gli altri 142, è deceduta la figlia di un caro amico, tragedia per altro ancora da risolversi pienamente.
Certamente non c’è bisogno che ricordi qui la nave Concordia e gli ultimi incidenti nel canale di Venezia, tanto per fare presenti gli ultimi accadimenti. I moli di Portoferraio in determinati giorni ed orari, sono congestionati.
Inoltre ho letto che la velocità di transito da 3 miglia come in tutto il resto del mondo, è stata aumentata a 4 miglia. Ce ne è proprio bisogno?
Non esiste una vera stazione portuale dove chi è in attesa di partire possa fermarsi. Sedersi fuori ad un bar sotto il porticato di Calata Italia vuol dire, insieme al caffè, respirare fumi tossici emessi dai traghetti. Ma controlli dell’aria che respiriamo, soprattutto per chi abita lì, chi li deve fare?
Portoferraio ha bisogno di non essere vista da chi sceglie l’Elba, solo come punto di arrivo e partenza, ma di essere visitata e conosciuta. Ha ricchezze da vendere, è una ricca miniera storica, come tutta l’isola del resto. Occorre ridare vita alla città rendendola più appetibile al turismo ed anche per residenze stabili. Sempre più persone negli ultimi anni hanno scelto di trasferire la loro vita dal continente, come lo chiamiamo noi, in Portoferraio. Scelta che dovrebbero fare anche i Portoferraiesi, soprattutto le giovani coppie che si possono indirizzare in qualche modo magari riducendo loro le tasse od offrendo parcheggi gratuiti.
La stessa cosa andrebbe fatta verso i commercianti che restano aperti dodici mesi, in questo modo nei centri ci sarebbe più movimento ed i soldi resterebbero sul territorio, e si tamponerebbe in qualche modo la crisi che quest’anno si fa sentire più prepotentemente. D’altra parte il modo di trascorrere le vacanze negli anni è notevolmente cambiato. Tutto il mondo è divenuto meta turistica e senza andare troppo lontano, al di là dell’Adriatico, Albania e Montenegro in due anni hanno avuto un aumento di presenze pari al 120%. Qualcosa dobbiamo pur chiederci, o no?

L’isola d’Elba è sempre stata vissuta da quando l’uomo è comparso sulla terra. Abbiamo un patrimonio storico culturale che possiamo far iniziare per esempio dagli Etruschi, poi i Romani e passo direttamente ai Medici, visto l’anno particolare. Il Rinascimento italiano è studiato nelle più grandi Università del mondo, e Portoferraio ne è un esempio che la famiglia dé Medici ci ha regalato. Sfruttiamolo. Se non altro teniamo la città pulita ed in ordine.
Io ho rimesso piede a Portoferraio in età matura, nel 1986. Mi è sempre interessato visitare e apprezzare quello che avevamo di beni culturali, e negli anni mi sono sempre dato da fare per far conoscere alcune criticità del nostro territorio agli amministratori di turno. Una volta portai all’attenzione lo stato di degrado delle fortezze, in special modo in Via della Regina c’è un tratto dell’antico Cammin di Ronda dove una parte di muro viene tenuto da un travicello legato con il filo di ferro. E’ così da anni. E poi tante altre cose, e sempre a proposito delle nostre meravigliose fortezze, io mi domando come in 34 anni nessuno sia stato capace di risanare completamente la de Laugier.
Quest’anno per fortuna nostra, un mecenate tedesco ha offerto un sostanzioso finanziamento per proseguire gli scavi alla Villa romana delle Grotte, ma possibile che nessun imprenditore elbano abbia uno slancio altrettanto generoso da farsi avanti e risanare qualche cosa? In fondo è qui che viviamo tutti ed abbellire casa nostra e tenerla in ordine gioverebbe anche alle tasche di chi investe.

Quindi ritengo opportuno (per quanto riguarda la mega-banchina) pensarci molto bene e non farne di niente, invece cominciare a fare quello che serve di urgente che le cose sono moltissime, e soprattutto meno impattanti.
Sarà bene che l’amministrazione Zini porti ad un tavolo tutti i Sindaci dell’isola e programmare una linea comune per il bene di tutti, senza farsi calare scelte dall’alto che poco hanno di utile per noi.
Occorre cercare di creare lavoro regolare per 12 mesi ai nostri ragazzi, e dare ricchezza a tutti coloro che vogliano vivere sull’isola.
Auguri e buon lavoro a tutti. E Grazie.

Roberto Borra

 

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