L’Autorità Portuale chiede un ampliamento del porto di Portoferraio nel centro storico. L’Amministrazione comunale è favorevole, ma vale la pena sottolineare che la decisione appartiene a tutto l’Arcipelago Toscano, per motivi economici, urbanistici, ambientali, culturali e paesaggistici; della scuola perché i nostri figli cresceranno in un contesto diverso dal nostro; dei trasporti.
Le banchine all’ingresso della (prima?) città ideale rinascimentale di fondazione, proposte per risollevare il turismo, significano considerare l’economia elbana senza risorse, affondare i risultati della Gestione Associata per la Promozione Turistica di un’Elba di eccellenza, affidare il futuro a un’Autorità che per anni ha limitato al minimo il dialogo e considera l’Elba zona industriale. Si parla della nostra economia, o di quella dell’Autorità Portuale?
Navi crociera medio-piccole attraccano già. Alcune sono le migliori nel mondo. Quale struttura di benvenuto esiste, quale sistema di viali alberati tra porto, centro storico e la parte moderna è in progetto? Lo sbarco avviene in un parcheggio, tra vasi di cemento e piante sofferenti. Il progetto, dice, “migliora il tessuto urbano”, ma amplia quel parcheggio e lo trasforma in qualcos’altro.
Ad oggi manca anche un attracco stabile per il collegamento costiero minore e secondaria è la navigazione tra le isole. Tutto sembra sempre provvisorio. In condizioni di disagio o pericolo sarà anche la navigazione diportistica, vocazione delle nostre coste. Siamo nel Santuario dei Cetacei e in un Parco Nazionale Biosfera UNESCO, delfini e balene entusiasmano, ma non si riesce a proteggere la Riserva Marina delle Ghiaie/Scoglietto con boe per l’attracco di barche dei sub.
L’Italia è al primo posto per tristi primati: inquinamento luminoso; delle navi. Anche all’Elba si affacciano questi fenomeni, ma ARPAT l’Agenzia Regionale per l’ambiente finora non li ha affrontati adeguatamente. Che succederà con le grandi navi? Ci viene fortunamente incontro la nuova legge nazionale appena varata.
Nuovi itinerari stanno nascendo e i musei hanno collezioni eccellenti, ma l’Elba non è pronta per il turismo culturale. I musei sono scollegati, senza gestione. Lo SMART Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano è solo una speranza. Il centro storico di Portoferraio è trascurato. La Porta a Terra è violata da klinker, cartelli, luci intermittenti, strisce gialle e nere, la collina ex Lazzeretto umiliata. Il sinonimo di Portoferraio – Mortoferraio dura da anni. La soluzione prospettata è assediarla con una massa di turisti a effetto “bomba”, impossibile da gestire?
Le attrazioni culturali di Portoferraio sono principalmente cinque: Napoleone; Cosmopoli, Area Archeologica, i giardini delle Ghiaie, la Rada. Le navi in banchina saranno più alte delle Fortezze Medicee, occuperanno lo spazio prospiciente la darsena medicea e di accesso alle Ghiaie. Portoferraio sarà ancora solo porto commerciale di transito. Il prezzo da pagare è altissimo.
La Regione Toscana chiede ambiti e reti per l’accesso a campagne promozionali e finanziamenti, per dirottare i visitatori che affollano Firenze e grandi centri verso la periferia. I Comuni elbani preferiscono l’economia delle grandi navi e non collaborare tra loro?
Con il progetto internazionale ELBASHARING sono nati incontri tra enti pubblici, privati, compagnie ferroviarie, autolinee, associazioni economiche, ambientali e culturali: al miglioramento dell’accoglienza serve efficienza dei mezzi di trasporto. Continua la speranza di un collegamento aereo. Per la CICLOVIA TIRRENICA i comuni e il Parco si sono impegnati, con la promessa di finanziamenti e turismo di qualità. Ci si impegna per la mobilità sostenibile e si aumentano aree di sbarco auto e parcheggi. Quale coerenza?
L’arrivo all’Elba include la stazione ferroviaria di Campiglia, che ha lanciato proposte di collegamento ogni mezz’ora col porto. Sono scelte che richiedono coraggio e visione, che devono essere rilanciate e sostenute da tutti, prioritarie rispetto al traffico su gomma che attanaglia l’Elba e Piombino.
L’ampliamento delle banchine di Portoferraio quindi non è una questione isolata. È fondamentale capire quale programmazione vogliamo innescare, quale tremenda responsabilità un amministratore pubblico, in coscienza, se la sente di addossarsi.