La prossima settimana, dicevamo, il gruppo “Aithale” torna a fare ricerca archeologica all’isola d’Elba, con la seconda campagna di scavi archeologici a San Giovanni, nella proprietà di Chiara, Raffaella e Paolo Gasparri.
Questa ricerca sta mostrando, inoltre, che a Portoferraio, e all’Elba in generale, c’è una grande fame di sapere: sapere da dove veniamo, che cosa siamo stati e che cosa siamo diventati. Un desiderio manifestato da un numero crescente di associazioni. Fra queste è Italia Nostra, che sostiene, anche finanziariamente, l’impresa, la condivide e ospita in numerose occasioni pubbliche e la alimenta con le amicizie di lunga durata di Leonardo, di Cecilia, di Gianfranco e di tanti altri. La scoperta della cantina romana con i dolia, lo scorso anno, ha favorito la convergenza di interessi culturali con la Accademia della Cucina (presieduta all’Elba da Rossana Galletti), con la quale sono stati organizzati alcuni incontri pubblici, a Portoferraio, in aprile, e poi a Rio Elba e ancora a Portoferraio in occasione delle “Notti dell’Archeologia”. In queste occasioni è emerso Antonio Arrighi, bravo e appassionato vitivinicoltore di Porto Azzurro, che ci ha aiutato a capire meglio i processi della vinificazione antica e sta, fra l’altro, facendo di sua iniziativa un po’ di archeologia sperimentale nella sua cantina.
L’interesse per le attività di Aithale si sta estendendo anche alle imprese. La campagna 2013 a San Giovanni, infatti, sarà sostenuta dalla Assoshipping Elba Ship di Mario Lanera e anche altri, oltre che Antonio Arrighi, hanno manifestato interesse per le nostre attività.
Che cosa può dare, Aithale, alla comunità elbana? Le nostre competenze di docenti e di ricercatori universitari convergono verso i temi della storia (Alessandro Corretti), dell’archeologia, della trasformazione dei paesaggi, della geologia (Andrea Dini), della metallurgia antica (Marco Benvenuti), dello studio dei fenomeni di geo-magnetismo (Claudia Principe), della comunicazione museale (Marco Firmati). Della associazione Aithale fa parte, a pieno titolo, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana (dott. Andrea Pessina e dott.ssa Lorella Alderighi), con la quale intratteniamo una continua collaborazione. Lo scorso anno il nostro scavo a san Giovanni è stato onorato dalla costante presenza degli appassionati e dalle visite di numerose scuole. Vorremmo continuare con questa esperienza e, anzi, arricchirla. Chiediamo, pertanto, fin d’ora, alle Direzioni didattiche e agli insegnanti delle scuole di mettersi in contatto con noi per prenotare una visita guidata sul sito archeologico. Alle scuole proponiamo anche un fuori-programma autunnale, nel quale raccontare non solo le storie emerse dal sottosuolo di San Giovanni ma anche la storia della “Rada” e, più in generale, dell’Elba del passato. Abbiamo in programma una serie di incontri pubblici, in collaborazione con Assoshipping e Accademia della Cucina, sulla navigazione e la portualità nel Tirreno antico, sulla circolazione delle merci alimentari nell’impero romano e ancora sul cibo e sul vino nell’Etruria antica.
Il Comune di Porto Azzurro ha organizzato una simpatica iniziativa per l’inverno: gli incontri del venerdì sera ovvero occasioni per invitare i cittadini a uscire di casa e a riunirsi in un piccolo teatro per ascoltare delle storie. Storie che possono essere fatte di storia, di geologia, di ambiente, di archeologia, di attualità. In occasione di una conferenza presso la Pianotta, pochi giorni fa, gli ho promesso, anche a nome degli altri amici di Aithale, che noi ci saremo. E ci saremo per raccontare altre storie.
Un altro settore nel quale pensiamo, in tutta onestà, di poter dare un contributo concreto, è quello della comunicazione museale e della valorizzazione dei luoghi, dai più vari punti di vista: ambientale, geologico, storico, archeologico, paesaggistico. Per fare questo serve, tuttavia, un rapporto con il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, fin qui tutto da costruire. Perché queste iniziative abbiano successo, concordia e condivisione sono fattori imprescindibili. E’, dunque, necessaria la più ampia collaborazione fra istituzioni, personalità, mentalità e professionalità diverse.
Se ci riusciamo, durante la campagna di San Giovanni potremmo tentare di fare il terzo esperimento di riduzione del minerale di ferro. Il primo, effettuato proprio a San Giovanni un anno fa, era stato solo parzialmente coronato da successo. Il secondo, svoltosi a Rio Marina nello scorso marzo, lo potete trovare nella nostra pagina
Di un fatto siamo certi, anzi di due. La “Rada” non può e non deve rimanere così come è. Deve, certamente, essere recuperata e bonificata ma per diventare il posto di tutti e per tutti, un bene comune. La sosta delle barche è certamente una delle sue storiche funzioni. Ma non la sola. La “Rada” deve potere essere il luogo delle famiglie, dei bambini, degli sportivi, di chi vuol semplicemente farsi una passeggiata, una corsa, una gita in bicicletta, una scampagnata: il luogo della salute e del benessere di tutti i cittadini.
Gruppo Aithale (Franco Cambi)