www.tenews.it_archivio_foto_403_1689614

In occasione della ricorrenza dell’8 marzo all’Auditorium De Laugier a Portoferraio c’è stato un evento particolare, che ha visto coinvolti studenti e professori del Liceo Foresi e dell’Itc Cerboni in un progetto che e’ andato oltre la presentazione del libro “Tra il rigore della legge e il vento della storia. La condizione della donna all’isola d’Elba dal XVI al XVIII secolo”, curato da Gloria Peria, responsabile del Coordinamento gestione associata degli archivi storici dei Comuni elbani. Si è trattato di un vero pezzo di teatro, anzi, di una performance di oltre un’ora che ha modulato insieme storia, letteratura europea, rigorosa documentazione d’archivio, attualità nazionale e internazionale, e che ha visto nascere una partecipazione crescente in quella grande sala piena di ragazzi complici e attenti, se pur nella vivacita’ della loro presenza.

E’ stato un percorso ad ampio raggio, che ha spaziato nei secoli della storia e della letteratura, attraverso l’Europa e le Americhe in cui la caccia alle streghe, ma soprattutto i pregiudizi, la misoginia e la paura nei confronti delle donne sconfinavano spesso nella loro persecuzione, per arrivare fino ai tempi nostri. Alcune studentesse hanno prestato la loro voce a donne e ragazze che ormai fanno parte della nostra cultura: da Ipazia a Giovanna d’Arco, da casi in Messico, Ravenna, Brescia, Kenia, Torino, Lucca Catania, Napoli, Foggia, Pakistan, Afghanistan, Nuova Guinea, Napoli.

La lettura di selezionati brani, per esempio un dialogo tra inquisitore e inquisita, con la voce maschile dall’inquietante tono grave e accusatorio che ha fatto da contraltare alla risposta femminile, ha suscitato momenti di grande tensione, mentre la lettura di brani su Medea nelle Metamorfosi di Ovidio, recitati in latino prima, e in italiano immediatamente dopo, ha portato testi antichi tra noi, alla ribalta del nostro mondo, suscitando applausi calorosi.

Dante, con la condanna delle maghe nel XX Canto dell’Inferno (“fecer malie con erbe e con imago”), non poteva mancare, ma la grande protagonista della mattina si e’ rivelata essere Donna Margherita Bonci, “medichessa” nella Terra di Rio, che un documento del 1660 riconosce come curatrice e “cerusica” della comunità, addirittura attribuendole uno “stipendio” mensile di uno scudo: mentre in tutta Europa dilagava già dai secoli precedenti la caccia alle streghe (è del 1484 la bolla papale di Innocenzo VIII contente il vero e proprio manuale dell’inquisitore), all’Elba si arrivava a dare ad una donna che non aveva completato studi formali di medicina “la fiducia dell’intera comunità e non solo delle donne, ma anche delle autorità”.

Cornice della manifestazione sono state due pannelli di Adriana Martorella, artista elbana che, nel suo amore per la natura, privilegia per le sue tele una tecnica che risale al XIV secolo, e utilizza colori naturali che derivano, un po’ come le “streghe” di una volta, da minerali dell’isola, come zolfo, ferro e leghe con rame e terra di Siena o caffè, bucce di cipolla o bacche, farina e miele. Le immagini rappresentate sono state riprese da libri dell’archivio storico della biblioteca di Portoferraio. Lo spettacolo è stato ideato e costruito da Gloria Peria (drammatizzazione del saggio) e da Annarita Farina (femminicidio, professoressa di lettere e latino); la recitazione è stata curata dall’attrice Gemma Messori e per la parte in metrica latina da Gloria Larini (professoressa di lettere antiche); le ragazze attrici provengono ai Licei Foresi. Nel dialogo sul processo di Nogaredo (testo di Ivano Fossati) la voce fuori campo è di Arnaldo Gaudenzi (che ha curato la regia luci-audio)”.

Lascia un commento